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mercoledì 9 maggio 2012

HUNGER - Steve McQueen

Deve avere avuto un discreto riscontro "shame" per convincere i sempre più stitici distributori italiani a diffondere anche l'opera prima del videoartista Steve McQueen (nome assai impegnativo). Il film racconta un episodio realmente avvenuto cioè la protesta dei detenuti dell' I.R.A. nelle carceri dell'Irlanda del nord - culminata nello sciopero della fame e poi nella morte di Bobby Sands (qui interpretato da un grandissimo Micheal Fassbender) seguito da altri 9 militanti - allo scopo di ottenere dal governo Tatcher lo status di detenuti politici. Bisogna subito aver chiaro che qui siamo oltre il semplice "impegno civile" o il cinema basato sulla memoria . Non che a McQueen il contesto storico - politico non interessi (anzi - vengono usati autentici messaggi alla nazione della "lady di ferro") o che il film non possa avere un suo valore storico e/o educativo. La cosa che più colpisce è però l'uso dei corpi che viene fatto ed una più geenrale riflessione sull'arte come espressione basica ed essenziale - come espressione di sè stessi e delle proprie idee anche negli stadi di deprivazione e coercizione più totali - E così i detenuti realizzano graffiti e murales - in grado di esprimere il magico senso delle espressioni - altrettanto basiche  - delle pitture rupestri degli uomini primitivi usando merda - vomito - cibo putrefatto  - vermi.
E poi Sands  - in una lunga scena di dialogo - spiega al prete le motivazioni della sua scelta estrema - e il digiuno diviene a sua volta scelta artistica  - unica possibile. il sè stesso bambino che di fronte all'ipocrisia vede nell'omicidio (di sè o di un puledrino agonizzante) l'unica scelta coerente - l'unica misericordia possibile - la scelta che spezza l'ipocrisia - il viatico per la libertà. Non andrebbero sottovalutate le pulsioni interiori che determinano le scelte politiche. McQueen filma il tutto con una sorta di distacco partecipe - cambiando spesso punto di vista e prendendosi una libertà che sa alternare momenti statici (quasi da installazione) con altri più classicamente cinematografici. Il risultato è commovente come solo la sincerità più totale sa essere. il corpo martoriato di Bobby Sands diviene a sua volta un oggetto d'arte. L'invito ad essere umani che solo chi umano non è più può rivolgerci credibilmente. 
Sarrebbe "hunger" il primo capolavoro del 2012 se non fosse che è un film del 2008. 
 qui sopra - un vortice di merda  e un'intervista a Steve McQueen

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