Elenco blog personale

venerdì 31 gennaio 2014

consuntivi 2013: musica (2)

5) JENNY HVAL - INNOCENCE IS KINKY (rune grammofon)


Un lavoro abbastanza difficile da definire quello della musicista, cantante ed artista norvegese Jenny Hval. Stiamo sostanzialmente dalle parti di qualcosa che potremmo anche chiamare "avanguardia pop", laddove gli echi che risuonano immediati in questo album sono quelli di Bjork e - soprattutto - Laurie Anderson, nè tuttavia mancano riferimenti ad Einsturzende Neubauten (in qualche modo il titolo è parafrasi del loro "Silence is sexy") o persino ai Liars. Un'opera nel complesso straniante e stimolante, difficile ma - quasi - adatta a tutti.

                                                     Jenny Hval - Innocence is Kinky

4) BLACK PUS - ALL MY RELATIONS (thrill jockey)


Ok, vorrei evitare di sparare minchiate - che parlando di musica - di questa musica, poi - è sempre possibile. Ma credo che il trattenersi dalla costruzione intelletual-cazzegiante, dall'elucubrazione panica teleleogicamente fine a se stessa sarebbe ontologicamente contrario allo spirito stesso dell'opera di cui qui si tratta. E via dunque: c'è in mezzo uno dei Lighting Bolt che non mi ricordo come si chiama, la band madre è richiamata ma si sentono echi di U.S. Maple però "espansi" e "tribalizzati" (cosa voglio dire? - che cazzo ne so), un mood complessivo che mi ha fatto pensare ai Butthole Surfers (più svariate cose del catalogo Amphetamine Reptile, ma forse è solo nostalgia canaglia) e un drumming creativo ed onnipresente, vero motore e cifra stilistico del disco tutto.  (Ok, previa informazione: il Lightning Bolt in questione è Brian Chippendale, poliedrico batterista guardacaso).

                                                             Black Pus - Hear no Evil

3 -   BAUSTELLE - FANTASMA (warner)






Sorprende - ma non troppo - il modo in cui i Baustelle, reduci da quello che è senza dubbio il più brutto album della loro carriera ("I mistici dell'occidente") se ne escano con questo, che se la gioca tranquillamente tra i migliori. Il tutto senza variare più di tanto gli ingredienti dallo scorso episodio: sia in termini strettamente sonori  - è ancora Morricone l'influenza più presente - sia come tematiche affrontate - la trasfigurazione mistica del tempo presente. Bianconi e soci riescono a cogliere la luce tnell'ombra e ad emozionarci lavorando sulle sfumature, dosando sapientemente gli stessi elementi che qualche volta - in passato - li avevano fatti deragliare (magari per troppa generosità). Incantevole e nient'altro.

                                                                Baustelle - Nessuno

2) - MY BLOODY VALENTINE - MBV (mbv)

I


Il più atteso e - contemporaneamente -  inatteso dei ritorni. Ha prodotto (com'è logico che sia) reazioni contrastanti, oscillanti tra l'assoluto capolavoro e la ciofeca senza redenzione. Io propendo per la prima definizione anche se in verità la statura di capolavoro è qualcosa che solo il tempo può dare. Vero è che - in superficie almeno - pare di ritrovarsi di fronte ad un album degli anni novanta: ci si sentono echi degli stessi mbv all'altezza di "Loveless" e magari anche degli Stereolab o degli Spacemen 3. Eppure - nemmeno per un attimo - mi è parso un disco passatista; tutt'altro. Pare quasi riprendere determinati impulsi dal passato per coniugarli al futuro e non solo prossimo.  E comunque ne riparleremo tra vent'anni (sempre sperando di esistere ancora, noi e il nostro pianeta).

                                                   My Bloody Valentine - New You 

1) THE KNIFE - SHACKING THE HABITUAL (rabid)


I fratelli Anderson continuano a stupire - e non mi riferisco solo ai precedenti album a nome The Knife, ma anche a Fever Ray, ottimo side project della sola Karin. Anche prescindendo  dalle tematiche socialiste e riferibili anche a concetti (si dice) desueti quali la lotta di classe, il lavoro è splendido proprio dal punto di vista sonoro, infilando una serie di descrizioni magmatiche -  tanto gradevoli quanto nervose - sempre sul punto di esplodere - del tempo presente. Prefigurando scenari di nuova resistenza ( che è prima di tutto resilienza) realizza una visione artisticamente forte dell'attuale società, prende posizione e - cosa non da poco - nel descrivere un mondo "crea" un mondo. Prerogativa questa dei più grandi.

                                                               The Knife - Full of Fire

mercoledì 29 gennaio 2014

consuntivi 2013 - musica (1)

Andiamo a stilare - senza ulteriore indugio, che già sono arrivato ultimo - la top ten dei dieci migliori album del 2013. Premesso che questo genere di operazioni hanno sempre in se un tantino di narcisismo gratuito e che - almeno si spera - tutti i dischi del 2013 non li ho ascoltati ne potrei averlo fatto (chissà magari esiste una band punk angolana o un folksinger di Poggibonsi che avrebbero potuto figurare nella mia lista - va a sapere) trovo comunque paicevole e necessario giungere ad una sorta di resa dei conti annuale; al momento - in altri termini - in cui ci si deve chiedere: "cosa mi è piaciuto veramente ?".
C'è poi sempre qualcuno che potrebbe obiettare che di quel che piace a me non gliene fotte un cazzo (ed in effetti e l'obiezione che faccio io di fronte a molte playlists). Beh, in effetti è giusto così. I gusti sono relativi e cangianti nonché - per fortuna - soggetti a revisione periodica. Viene il momento però in cui bisogna andare da qualche parte, a costo anche di approssimare e ripetendosi nella mente la più vera delle frasi: "potrei sbagliarmi".

10)  ADAM GREEN & BINKI SHAPIRO - st  (rounder)
A parte che Adam Green è uno che quando ci si mette se ne esce con canzoni che non si levano più dalla testa e Binki Shapiro (che prima non conoscevo) è brava e fascinosa quanto basta, il merito di questo disco è quello di essere vintage nell'anima senza però esagerare, senza perdersi in particolari formali ma badando alla sostanza delle cose - costituita dalle canzoni va da sé. Riecheggiano Bacharach, Spector e - in ispecie - il duo Hazlewood/Sinatra (Nancy). Piacevolissimo e rinfrancante.

                                          Adam Green & Binki Shapiro  - Casanova

9) BLEACHED - RIDE YOUR HEART (dead oceans)
Ci sono dischi che ti piacciono un po' per caso - con la stessa nonchalanche li ami o li trovi odiosi, dipende fondamentalmente dal mood in cui ti trovi quando li ascolti. Se sia poi il tuo umore a condizionare l'ascolto o viceversa è materia complicata assai, probabilmente è uno scambio vicendevole, in cui cause ed effetti non si distinguono tanto bene. Qui ci troviamo di fronte ad un puro e semplice esercizio di power pop condotto da due sorelle californiane lungo l'abbrivio che dai Big Star prima maniera porta grossomodo ai Ramones, condendo il tutto con feedback assortito - chè il tempo si è fermato ma almeno ai Jesus & Mary Chain si è arrivati (flash forward ?). Avete presente quando l'estate finisce generando l'assurda convinzione che in realtà durerà per sempre. No eh ? Beh, cazzi vostri.

                                                Bleached - Waiting by the telephone

8) PRIMAL SCREAM - MORE LIGHT (ignition)

Sempre più classificabili come i Rolling Stones del millennio presenti (sempre che quelli veri siano d'accordo). Disco piuttosto tradizionale (per i loro standard ovviamente) in cui Gillespie e soci riversano parecchia della passione musicale multi direzionale che li anima. Puro e semplice rock'n'roll con elettronica però onnipresente ed una spiccata influenza jazz in molti pezzi. Forse se i Can esistessero ancora e si fossero "canonizzati" eiaculerebbero dischi così. Poi c'è anche un bonus disk con tanto di remix di Wheatherhall  (un classico anche lui).

                                                Primal Scream - Turn each other inside out

7 - FLAMING LIPS - THE TERROR (bella union)
Altro disco di una band "classica" ma ancora in grado di stupire (riascoltate "Embryonic" , per limitarci alle uscite canoniche, ), altro disco che ben potrebbe figurare in un'ipotetica lista di "modern kraut". Canzoni elettroniche condite da un beat onnipresente e ripetitivo, a esprimere genuino spaesamento per quello che potremmo diventare e - forse - già siamo. Una sorta di de- umanizzazione del suono che - per contrasto e certo volutamente - fa risaltare quanto di umano ancora siamo. Cluster e Tangerine Dream non sono lontani (ma nemmeno i primi Pink Floyd - forse il riferimento più immediato) ma la sensazione più affine la trovo in alcune delle cose più riuscite di Aphex Twin, quando le macchine sembrano intonare un ardente desiderio d'umanità. Fate un po' voi.

                                                      Flaming Lips - You are alone

6 - NICK CAVE AND THE BAD SEEDS - PUSH THE SKY AWAY (mute)
Che il buon Nicola Caverna si stesse - per così dire - "croonerizzando" emergeva già dai tempi del pessimo "Nocturama" ma che il suo non sarebbe stato un percorso atipico e "piano" come si poteva temere da quei solchi lo avrebbe chiarito alcuni anni dopo col progetto Grinderman. Qui riesce a spiazzare di nuovo, realizzando il suo album più minimale dai tempi di "The Boatman's call" ma realizzando in definitiva una strampalata ipotesi di cantautorato pop soul. Ecco: se Nick voleva omaggiare il George Michael più raffinato e chiavereccio riuscendo tuttavia a rimanere (ampiamente) se stesso, c'è riuscito in pieno.
p.s. "We know who U R" sta a pieno a titolo tra i migliori pezzi del nostro.

                                          Nick Cave & the bad seeds - We know who U  R

APPENDICE - alcuni dischi che potevano stare nella playlist ma sono rimasti fuori
- LADY - st
- AKRON FAMILY - SUB VERSES
- THE BLACK ANGELS - INDIGO MEADOW
- APPINO - IL TESTAMENTO
- BLUE WILLA - st
- JEX THOTH - BLOOD MOON RISE
- TRICKY - FALSE IDOLS 






lunedì 13 gennaio 2014

Postilla - Bambine nel fuoco 2013


Marine Vatch
Una breve rassegna sui volti e i corpi femminili che più mi hanno colpito nell'anno che si va a ricordare.
Ashley Benson; Selena Gomez; Vanessa Hudgens; Rachel Korine
Sempre loro - ma da dietro.
Adele Exarchopoulos
Lea Seydoux
Ancora Marine Vatch
Michelle Williams - strega buona
Emma Watson
Emma Watson: culo

consuntivi 2013 - cinema (2)


5 - LO SCONOSCIUTO DEL LAGO - Alain Guiraudie


Come un dramma gay , quasi con sconfinamenti nell'hard (fellatio ed eiaculazioni sono assolutamente reali) riesca a trasformarsi nel più hitchcockiano dei film visti quest'anno  ha già del miracoloso ( oso pensare che non sarebbe dispiaciuto a Chabrol). In più va detto che ben pochi hanno notato (forse distratti dai cazzi, va a sapere) l'evidente fatto che il racconto non parla del presente quanto di un passato non troppo lontano ma che pare ere geologiche fa (i primi anni '80 forse). Per sfuggire dalla solitudine qualcosa di mostruoso faceva ingresso nelle vite di tutti. Forse l'aids (banalmente) forse qualcosa di oscuro e innominabile e che ci tocca tutti. Non solo i gay. Loro l'hanno solo capito prima.
Il finale ti lascia un senso di disagio che dura per giorni.

4 - SOLO DIO PERDONA - Nicholas Winding Refn

 La giustizia comminata con la più feroce (ma anche elegante) violenza. Una vita asservita al crimine quasi contro voglia. Due modi di vivere che sono ricerca - meditazione attiva. Quasi un balletto o uno  spaghetti western in salsa moderna. Grandi personaggi e grande cinema. Silenzio. Con la dedica finale a Jodorowski che non va compresa con la teoria - ma "solo vivendo" per dirla col poeta.

3 - LA VITA DI ADELE - Abdellatif Kechiche

Intanto perché non è vero che vedere due lesbiche che scopano non scandalizzi più nessuno (a meno che la sala dove ho visto il film non fosse l'improvvisato ritrovo di un gruppo di neonazisti - in tal caso sono io ad essere sfigato). Poi perché le due protagoniste mi hanno fortemente ricordato due ragazze che ho visto baciarsi una volta e che mi erano sembrate la cosa più bella del mondo. Poi perché il film è lunghissimo ma ad un certo punto ti dispiace che sia finito (ma forse ci sarà un sequel). Poi perché ad un certo punto il cuore di Adele si spezza e ti sembra quasi di sentirne il rumore. O forse era il mio.

2 - GIOVANE E BELLA + NELLA CASA - Francois Ozon


Ho voluto mettere entrambi questi film di Ozon intanto perché sono usciti entrambi (nel nostro paese, intendo) nel 2013 e poi perché è raro che nel corso di così poco tempo un regista se ne esca con due opere tanto diverse quanto riuscite. Il (non poi così tanto) nichilista Francois sembra ritornato ai tempi degli esordi, quando inanellava neri gioielli come "Sotto la sabbia" e "Swimming pool".
"Giovane e bella" è destinato ad essere incompreso perché non è buonista e non lancia messaggi, non sottintende per niente che la prostituzione (anche minorile) sia sbagliata; lascia viceversa intravedere come un diverso senso della fruizione sessuale - non legata al piacere fisico né ai sentimenti - sia oramai entrato nel nostro DNA sociale.
"Nella casa" è un commovente quasi-saggio sul "raccontare le storie" e i rischi che ciò può comportare. Un atto d'amore sulla narrazione che diventa la cosa più importante di tutte, fino a far passare l'autodistruzione decisamente in secondo piano.

 1 - SPRING BREAKERS - Harmony Korine
"Un film sulle superfici", e tra queste  superfici doveva esserci anche un vetro riflettente. Forse deformante ma le cui deformazioni aiutano a vedere la verità. Korine abbandona tutti i fighettismi indie e le sbandate dogmatiche dei pur apprezzabili precedenti e ci fa vedere che ci sa fare eccome. Non solo: ha anche qualcosa da dire solo che non sa bene cosa sia ed allora ci mostra tutto quello che gli occhi e la mente possono catturare, senza filtri nè pregiudizi. Ci racconta dove si annida la poesia dell'adolescenza oggi. Ci racconta di un mondo che è già post apocalittico ma ancora finge di non saperlo. Da antologia l'inizio col ballo in spiaggia (come dire "iper sessuato") con la musica di Skrillex, James Franco che intona una pezzo della grandissima (e vien quasi da credergli) Britney Spears al piano e - in particolare - il finale (onirico ? ) a metà tra Lynch e Peckinpah (e non penso di averla sparata grossa).

giovedì 9 gennaio 2014

consuntivi 2013 - cinema (1)

L'anno appena trascorso non è stato per niente avaro di visioni interessanti. Da ciò che ho potuto apprezzare ho tratto questa classifica di 10 (+1) film del 2013.
Alcune precisazioni sono necessarie: intanto faccio riferimento alla data d'uscita italiana, non stupitevi pertanto se alcuni di questi film risalgono in effetti al 2012 o al 2011; poi - ma questo dovrebbe essere ovvio - posso riferirmi solo alle pellicole che in effetti ho visto. Tra il non visto - per ora - ci sarebbero stati tanti altri papabili candidati ai piani alti della top ten, ma non badiamoci troppo - finito l'anno è tempo di bilanci e - pur con la consapevolezza del mio cronico e un tantino voluto ritardo sull'attualità - io non intendo sottrarmi.

10) ELYSIUM - Neil Bloomkamp
Alla prima prova americana Bloomkamp non smentisce quanto di buono aveva fatto intuire con "District 9" e si lancia in una bella prova di SF progressista. Laddove "progressista" si può intendere con "di sinistra". Ha il sapore retrò di certi spaghetti western filo-rivoluzionari ed appassiona dall'inizio alla fine.

9) IL GRANDE E POTENTE OZ - Sam Raimi

Quasi unanimemente sottovalutato eppure è un film baciato dalla magia. Favola per grandi e piccini ma anche potente riflessione sul potere dell'illusione e - quindi - del cinema. Grande cast con James Franco che ha ben poco da invidiare a Johnny Depp, Michelle Williams divina come sempre e Mila Kunis nel ruolo della fata corrotta.

8) BLING RING - Sofia Coppola

Adolescenti ricchi ed annoiati commettono furti in case di ricche star che in fin dei conti sono come loro - solo più ricche ed annoiate. Un film che ci mostra un aspetto della società di oggi senza cagare sentenze e farsi ottenebrare dal pregiudizio. Leggero come un video indie o come una sfilata di moda, apre la strada a riflessioni anche profonde, senza obblighi però. Il più bel film della Coppola dai tempi di "Lost in traslation" (e lo dico pur avendo apprezzato anche gli altri suoi film - in particolare "Marie Antoniette").

7) OH BOY! UN  CAFFÈ A BERLINO - Jan Ole Gerster


Sorprendente odissea di un giorno di un ragazzo fancazzista nella Berlino del presente . Alla ricerca di un semplice caffè che pare impossibile da trovare. Lanciando sguardi sugli insondabili abissi dell'animo umano. Il tutto con una leggerezza che sempre più appare come la miglior strada per la profondità.

6) RE DELLA TERRA SELVAGGIA - Behn Zeitlin

 Grande visione di  epica contemporanea. Un film che forse descriverà anche una situazione di degrado  - o chiamatelo come cazzo vi pare - ma lo fa col respiro del racconto d'avventura. Con orgoglio e la consapevolezza che la vita è preziosa a prescindere dai soldi che puoi avere. Un grido di gioia eccheccazzo.