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mercoledì 13 giugno 2012

Al tropico del cancro - Mulargia e Lomi/1972

Gli anni '70 (ma a titolo diverso anche i '60 e gli '80) sono stati attraversati con fasi più o meno pronunciate da pellicole in cui il concetto di "esotico" costituisce forse l'elemento fondamentale. C'è,a ben guardare,un trait d'union non indifferente - e rappresentato in definitiva dal carattere di assoluta protagonista rivestito dall'ambientazione tropicale o equatoriale - in numerose pellicole: dai mondo movie fino ai film d'avventura ultracitazionisti sulla falsariga di "indiana jones". In particolare il film di Mulargia e Lomi si inserisce nell'ambito del cosiddetto "erotico - esotico" - un sottofilone che comprende anche,ad esempio,varie pellicole di Piero Vivarelli (come "il dio serpente" o "il decamerone nero"),Luigi Scattini,Joe D'Amato (tutto il ciclo di Emanuelle nera è tranquillamente riconducibile al filone) fino a peculiari estremizzazioni come "bestialità" del misterioso Peter Skerl.
Nel "tropico del cancro" troviamo alcuni ingredienti imprescindibili del genere: una coppia in crisi in vacanza in un luogo esotico (Haiti,in questo caso),l'attrazione sessuale interrazziale, un'ambigua atmosfera di magia latente (i riti voodoo,che i titoli di coda vantano essere ripresi dal vero - ma quello che esce dal toro sacrificato è visibilmente passata di pomodoro) e, soprattutto,un atmosfera di rilassatezza,di giorni che - per dirla col poeta - "passano pigri" e in cui le maglie della morale sessuale inevitabilmente si allargano - mostrando in controluce la natura puramente convenzionale ed ipocrita dei tabù che la società occidentale dà per immutabile. La rappresentazione della crisi di coppia in questo caso nasconde la caccia ad una formula chimica segreta  (una imprecisata nuova droga - dagli effetti letali come si scopre verso la fine) che scatena una vera e propria guerra di spie sull'isola. La protagonista (Anita Stindberg) intanto - ignara di tutto - cerca di recuperare un rapporto col marito (anche lui in realtà a caccia della formula - aprofittando di un vecchio rapporto di amicizia col lo stesso inventore del pericoloso composto) ma anche di documentarsi sui riti voodoo sviluppando al contempo un'attrazione sessuale (consumata unicamente in una visione surreale indotta da un allucinogeno) verso un ragazzo di colore del luogo e verso lo stesso dottor Willliams scopritore dell'agognato composto chimico. Tra le cose notevoli del film troviamo appunto la visione psichedelica di cui è vittima la protagonista,la rappresentazione sudata e carnale dei riti voodoo e la caratterizzazione di alcuni comprimari in specialmodo il grasso omossessuale Peacock (Alfio Nicolosi) che in realtà si rivelerà poi molto meno pericoloso di ciò che sembrava. In definitiva ci troviamo davanti ad uno spy movie sui generis con  l'erotismo  presente soprattutto a livello mentale ed in cui la noia e qualche confusione nella trama appaiono  persino un valore aggiunto - come il ricordo alcolico di un'estate ormai lontana.
Notevole e affascinante Anita Strindberg. Score del grande Piero Umiliani.

IL MAGNANI dice: 6/7

                                            Anita Strindberg in un primo piano ed in un'immagine
                                                          della scena dell'allucinazione

Un'ultima annotazione per consigliare la visione di "verso il sud" ,bel film di Laurent Cantet (regista di cui solitamente vengono esaltati i film peggiori - tipo "la classe" o " a tempo pieno" e poco cacati i migliori come "risorse umane" o quello di cui stiamo parlando), con Charlotte Rampling. Sorta di reinterpretazione autoriale del filone erotico-esotico di cui riprende l'atmosfera indolente accentuando la rappresentazione di un'umanità che -  raccontandosi felice  - si scopre disperata (in specie di tratta di turismo sessuale però al femminile).

 

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