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venerdì 26 febbraio 2021

An Unlikey Diary - Appunti Musicali

 Rieccoci a compilare queste note sparse di musiche che mi sono piaciute - dopo un tempo veramente lungo durante il quale però non ho smesso di ascoltare e sfrucugliare qua e la. 

Aprofitto per ricordare (ai pochi che se lo dovessero chiedere) che questo blog ha visto la massiccia presenza di foto dedicate alla divina Bettie Page essenzialmente perchè un analogo progetto portato avanti su una pagina facebook mi costava continue censure e inibizioni all'uso del social network. Questo blog non è quindi dedicato esclusivamente alla nostra pin up favorita ma - fintanto che avrò sue immagini nei miei archivi - le 'pages of Bettie' continueranno. Se poi vincerò una certa pigrizia di fondo potrei tornare anche ad occuparmi d'altro.[nell'attesa la pagina fb Radioboia pubblica comunque alcune cosette - chi volesse può dare un'occhiata qui https://www.facebook.com/RadioBoia. 

 


                                                 ARCADIUM - I'M ON MY WAY (1969)


Gli Arcadium furono una band inglese (di Londra) attivi solo per lo spazio di un album [Breathe Awhile - 1969 su etichetta Middle Earth] e pochi singoli. Questo brano apre il loro album e dura quasi 12 minuti - si tratta di un cupo viaggio in una sorta di tetra ,ma anche lussureggiante e decadente , idea di psichedelia che presenta qualche tratto comune con varie band dell'epoca (che non citiamo perchè sarebbero forse troppe) ma anche una sua originalità e bellezza di fondo. Gli Arcadium meritano di essere ricordati quantomeno nella sfera delle band di culto del genere. 



                                             DIED PRETTY - IS THERE ANYONE ?  (1990) 


Un pezzo decisamente minore nella produzione della grandissima band australiana guidata da Ron Peno e Brett Myers, tanto che è anche difficile trovargli un posto nella discografia: fondamentalmente si tratta del lato b di un singolo (a seconda delle edizioni 'Whitlam Square' oppure 'True fools fall' nel quale io l'ho sentita la prima volta) ma c'è anche chi la inserisce in un fantomatico ep omonimo del 1984 del quale io però non trovo traccia. Comunque a me piace tanto, perchè trasmette un senso di disperazione in cui spesso mi sono ritrovato, una disperazione che lascia talvolta la scena ad una quieta serenità ma non cancella una certa sensazione di freddo. Naturalmente però non è questa placida ballata il modo migliore per approcciarsi ai Died Pretty e - a rischio di essere banali - dirò che bisogna partire dall'album 'Free Dirt' (prodotto da Rob Younger dei Radio Birdman). 


                                        

                                                  NEIL YOUNG - ON THE BEACH (1974)

Secondo molti l'album 'On the beach' è il capolavoro di Neil Young, io non so se essere o meno d'accordo: non ho ascoltato tutta la sua produzione ma ho imparato che è sempre in grado di stupirmi, tanto che anche in album considerati ciofeche o - semplicemente - minori riesce ad infilare quel pezzo che fa la differenza e non si tratta spesso di differenza da poco. Fatto sta che quest'album è stato per lungo tempo oggetto del desiderio visto che non esisteva in cd mentre oggi - che si trova tranquillamente in tutti i formati - posso solo affermare che è davvero un capolavoro e che è - in effetti - una delle massime espressioni del rock di quegli anni. Inizia con questa title track che già ben chiarisce l'anima mesta e malinconica di tutto il disco - un disco che parla di un risveglio , di un sogno che si muta lentamente in incubo (Neil era reduce dalla fine di una relazione importante ma anche dalla morte di due suoi amici per eroina), di un forte istinto autolesionista ma anche della necessità di ritrovarsi. Fu un suicidio commerciale (nel 1972 Harvest aveva avuto un enorme successo), non il primo e nemmeno l'ultimo e fu un disco necessario. 

 


                                                   PEARL JAM - JUST BREATHE (2009)


Semplicemente perchè è una canzone bellissima (che rielabora un pezzo dello stesso Vedder che faceva parte della colonna sonora di 'Into the Wild') che mi piace pensare adatta ad essere cantata (o solo ascoltata - che mica è così facile cantarla) attorno ad un fuoco con persone di cui poterti fidare. E al di la di tutto ciò che si può pensare, il compito di certe canzoni a volte è solo quello (ma non è poco). Per la cronaca: fa parte dell'album 'Backspacer' del 2009 - l'album non l'ho ascoltato per intero, non ascolto un album dei Pearl Jam dalla fine degli anni '90 - ma è una band a cui voglio sinceramente bene e i loro dischi mi aspettano da qualche parte - la polvere non è un problema. 


                                                  FAUSTO ROSSI - L'ERBA (1995)


Uno dei protagonisti più originali della new wave italiana torna (anche se in realtà non se ne era mai andato veramente) a metà anni '90 con un album tanto personale quanto aspro e ansiogeno. Un disco decisamente rock (che - in un primo tempo - avrebbe dovuto avvalersi della produzione dei Massimo Volume ma pare che Fausto abbia un caratteraccio). A colpirmi per prima fu la title track in cui il nostro elenca alcune delle sue ossessioni rilasciando una fiera dichiarazione di alterità che ancor'oggi commuove e sprona.

 


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