Bene - dopo vari anni di latitanza riecco la classifica dei miei dieci film preferiti dell'anno appena trascorso. Un breve riepilogo sui criteri usati:
a) prendo solo in considerazione film usciti durate l'anno 2019 (ma la produzione può essere antecedente) in Italia: tendenzialmente in sala ma vanno bene anche le piattaforme di streaming.
Se dovesse trattarsi di film non distribuiti ufficialmente in Italia allora prendo in considerazione l'anno della maggior diffusione (attraverso festival o distribuzione in paesi esteri). Comunque potrei sbagliarmi e in realtà non avrebbe alcuna importanza.
b) considero solo film che ho effettivamente visto. Probabilmente ce ne sono di altrettanto meritevoli che devo ancora vedere o dei quali persino ignoro l'esistenza.
c) ho inserito i film in una top ten ma non significa molto, tant'è varo che potrebbe persino essere letta al contrario.
10 - IL SEGRETO DI UNA FAMIGLIA - Pablo Trapero (Argentina/2018)
Molti hanno storto il naso ma io mi sono davvero lasciato sedurre da questa pellicola. Mischiando rapporti personali e famigliari piuttosto difficili coi residui - duri a morire - della feroce dittatura argentina, i segreti della famiglia che si rivelano sono in realtà più di uno - il tutto in un contesto in cui l'estrema bellezza della natura e dei paesaggi fa da sfondo alla tragedia. E solo il coraggio di immaginare davvero 'soluzioni nuove' pare suggerirci alla fine un respiro di speranza. Mi auguro che se ne faccia un remake italiano, ambientato in Sicilia magari.
9 - BURNING - L'AMORE BRUCIA - Chang-dong Lee (Corea del sud/2018)
Quando mi ci accosto non ricordo nemmeno che Chang-dong Lee è lo stesso regista di 'Poetry' ma in effetti è forse meglio così. Non che si tratti poi di opere così diverse ma qui Lee gioca ancor più su piano di sfumature mettendo in scena la vicenda di Joon-so, lavoratore part-time ed aspirante scrittore che incontra una sua vecchia amica del paese d'origine (non riconoscendola subito o forse non riconoscendola mai davvero) e se ne innamora perdutamente. Naturalmente l'instabilità di lei e la presenza di un terzo incomodo (giovane rampollo della borghesia arricchita) complicano le cose, fino a suggerirci la presenza di un mistero che poi magari nemmeno esiste, magari è solo gelosia - che le cose vanno in un certo modo e non esiste spiegazione. Film noioso anche (ma di una noia bella e necessaria) e che ha l'onestà di non dare risposte. Ti lascia triste.
8 - C'ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD - Quentin Tarantino (usa/2019)
Tante riserve, tante recensioni non proprio positive o che si premurano di rilevare questo o quel difetto, a dimostrare che Tarantino non è più lo stesso, che il gioco questa volta - essendo durato troppo - non è più bello.
Poi lo vado a vedere e comprendo che sono tutte stronzate - ci troviamo di fronte ad un signor film. In pratica Tarantino fa sempre le stesse cose ma riesce ad inserire quelle giuste variazioni che sanno dare gusto al tempo passato davanti allo schermo. Il film possiede la placida dolcezza e lo sfrontato amore per il cinema che furono di 'Jackie Brown' ma sa anche colpire duro con due scene tra le migliori mai viste nella filmografia tutta del nostro. Una è il finale (che è persino commovente se solo ci si riflette un attimo) e l'altra è quella di Cliff Booth in visita nel ranch della family. Grande cinema, davvero.
7 - BORDER - CREATURE DI CONFINE - Ali Abbasi (svezia,danimarca/2018)
Tratto da un romanzo di John Ajvide Lindqvist (da cui anche il notevolissimo 'Lasciami Entrare con tanto di remake americano 'Blood Story' molto meno peggio di come lo si descrive) racconta di Tina, una donna che fa la guardia all'aeroporto ed è caratterizzata da un aspetto decisamente sgradevole ma anche da una sorta di fiuto sovrumano che le consente ad esempio di fiutare la paura nelle altre persone. Ad un certo punto conosce Vore, un omaccione che sospetta essere legato a loschi traffici, riguardanti forse alcuni casi di pedofilia. Tina però sente nei confronti di Vore qualcosa che non aveva mai provato prima, una fortissima attrazione (anche) sessuale. Perché naturalmente i due hanno qualcosa in comune ma non è tanto semplice da accettare.
Le tematiche tipiche di Lindqvist sono ben presenti a partire dalla scoperta della diversità, vissuta in senso radicale e ben inquadrata nei possibili conflitti anche estremi che può generare. Il film riesce bene (senza inseguire facili colpi di scena) ad esprimere la progressiva scoperta dell'alterità, senza sconti, senza buonismi ma rimanendo al fondo di (estrema) sinistra.
6 - RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME - Cèline Sciamma (francia/2019)
Premesso che avrei inserito questo film nella classifica anche se non mi fosse piaciuto, solo in virtù del titolo devo ammettere che l'opera in questione supera ogni pregiudizio. Si dirà che è un film sulla ricerca dell'identità sessuale, un film sull'assenza e/o sulla pochezza del maschio o forse un film sull'essenza dell'arte, ben espressa dal dialogo tra le protagoniste riguardante Orfeo ed Euridice. Tutto vero ma forse in fondo è un film sulla stregoneria, sul sortilegio e la magia , su come pochi giorni o forse attimi bastano per scolpire una vita intera. Ha il fascino dei grandi racconti, quelli in cui i personaggi continuano a tenerti compagnia anche dopo la conclusione. Inoltre le due attrici protogoniste Noemie Merlant e Adele Haenel) sono bellissime e molto brave. Poi va aggiunto che le scene lesbo non sono molto esplicite eppure la sensualità è ben presente e vibrante per tutto il tempo.
Bellissima sorpresa.
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