Metal Circus è stato (in maniera fortuita ma anche fortunata) il mio primo approccio agli Husker Du. Un ep di 7 pezzi semplicemente uno più bello dell'altro. Intendiamoci, adoro la scrittura emotiva, emozionale e nervosa di Bob Mould eppure alla fine tendo a preferirgli i pezzi scritti dal compianto Grant Hart. Tra tutti , questa Diane è quella che ha catturato subito la mia attenzione. In apparenza sembra parlare di un amore disperato (almeno se non fai troppo caso al testo) e poi invece ascolti bene e comprendi che parla di stupro e omicidio (e di abruttimento estremo) - eppure rimane - in quest'abiezione - qualcosa sullo sfondo, che non saprei dire se non romantico. Un gioiello noir come ce ne sono pochi.
Questo pezzo non è certo tra i più noti degli Stones pur facendo parte di uno dei loro album più di successo: quell' Exile On Main Street con cui la band dei sempiterni Jagger e Richards inizia a saldare i suoi debiti e lo fa con generosità estrema, quasi senza che nessuno l'abbia loro chiesto. Nelle note opulente eppure vitalissime di quell'album, di quei panni risciacquati nel Mississippi e stesi ad asciugare a New Orleans emerge questa breve e dolcissima perla - canzone tanto semplice quanto perfetta che ti fa sentire - almeno per un attimo - un po' migliore.
I Beatles con uno dei loro pezzi più famosi e più belli (anche se non il mio prediletto - che incontreremo poi). A noi ,che al 'formato album' siamo tanto abituati da apparirci anche desueto, forse l'ascolto di Sgt Pepper non fa la dovuta impressione ma - a meno di non avere le orecchie occluse dalle feci - la grandezza dei vari pezzi che ivi si succedono non può certo sfuggire e 'A Day in The Life' ne è la giusta e degna chiusura - il perfetto equilibrio tra grandeur melodica e tensione sperimentale: roba che non lesina brividi tutt'oggi.
Richard D.James ha marchiato a fuoco praticamente tutti gli anni '90. Era considerato un genio (addirittura il nuovo Mozart: essenzialmente perché alcuni dei pezzi che pubblicava li aveva realizzati in giovanissima età) e su questo ci marciava anche, con quell'attitudine sardonica e intrisa anche di humor nero che lo ha sempre contraddistinto. Al di la di ogni possibile equivoco (compresa l'etichetta di IDM: definizione orribile per musica spesso notevole) rimangono una serie di album (e di ep, di remix, di raccolte sotto nomi svariati) ancor oggi in grado di stupire e di emozionare offrendo una musica molto più emotiva di quanto vari ascoltatori dell'epoca (anche tra gli estimatori) non volessero ammettere. Questo pezzo è in pratica la sua prima cosa di una qualche fama e contiene in nuce alcuni dei suoi caratteri principali tra cui una spinta alla luminosità ambient ma anche alla violenza techno qui felicemente a braccetto - e poi la divulgazione del didjeridoo (bellissimo strumento che all'epoca non era poi così noto).
Dopo la necessaria parentesi di riflessione (che per inciso è anche un capolavoro imprescindibile) di 'What's goin'on' probabile che alla Motown temessero che la gente si occupasse solo di politica e non scopasse più. Toccava a Marvin il compito di indurre nuovamente interi popoli a copulare col dovuto ardore. I tempi però erano cambiati e questo non poteva essere ignorato. L'epoca dei duetti romantici con l'amica Tammie Tarrell e con tante altre era definitivamente tramontata e l'unione dei corpi non era più la proiezione di un vagheggiato dolce domani quanto la semplice e agognata parentesi di una vita sin troppo dura. Un lavoro compositivamente eccellente che ti lascia col desiderio di prolungare il godimento il più a lungo possibile.
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