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mercoledì 18 luglio 2012

I giorni della figa e dello spread


Alcune  considerazioni al confine incerto tra porno e politica



Tutti - ma proprio tutti – sono andati a vedersi (acquistandolo o scaricandolo in modo più o meno legale) il film porno di Sara Tommasi e prima ancora quello (messo in rete in modo truffaldino e all’insaputa dell’interessata) di Belèn Rodriguez.  Interessante notare come – prima della diffusione del film (che si intitola “Sara contro tutti” se qualcuno non lo sapesse) – è stato tutto un furoreggiare di dichiarazioni di amici o presunti tali della neo porno star a sostenere che la sua disponibilità al sesso esplicito con professionisti dell’hard fosse frutto dell’assunzione di droghe somministrate all’interessata quasi a sua insaputa. Sara ha invece dichiarato che sono stati gli alieni a mettere un chip nella sua testa imponendole così di immolare il suo corpo alla sacra causa della diffusione dell’amore nel mondo. A ben vedere si tratta di una libera reinterpretazione di quello che fu il “partito dell’amore” di berlusconiana memoria,niente a che fare beninteso con le intenzioni confuse ma sinceramente libertarie dell’omonima formazione politica a cui diede vita la compianta Moana Pozzi,all’alba degli anni’90 dello scorso secolo. L’amore – nell’accezione arcoriana ha piuttosto – e molto – a che vedere  con le “cene eleganti” e le “gare di burlesque” – col pagamento – insomma – di una prestazione mignottesca (e sia detto col massimo rispetto possibile) talmente a caro prezzo da farla sembrare – oggettivamente e in modo convinto – qualcos’altro. È qualcosa che ha che vedere con la patina d’ipocrisia senza la quale la società borghese e conformista non reputa possibile la felicità. Amore, dunque, ma solo se puoi pagare – pagare al punto da convincere una mignotta a dire – convinta – “te la sto dando gratis”.


Chissà che nella mente di Sara l’anziano Silvio non abbia rappresentato una sorta di messia dell’amore universale (amore sorretto da denaro e potere che è poi forse l’unico conoscibile nei tempi attuali – in particolare per una bella figa sempre in vista su giornali e tv – e senza un cazzo di motivo che sia uno). Silvio (messagero di un pianeta lontano)  annuncia dunque – con la sua grande minchia imbarzottita artificialmente – la venuta degli alieni. Alieni che ci renderanno felici annullando finalmente la distanza tra il sesso dei ricchi e quello dei poveri – tra un troione d’alto bordo rimorchiato al party di Briatore e una zoccola nigeriana a lato della statale. Sara Tommasi compie dunque un gesto dalla portata potenzialmente estrema – donando la sua fica al ludibrio delle masse – e fissandoci con quegli occhioni sgranati e un tantino imbarazzati di fronte all’ingoio o alla scena lesbo (a cui evidentemente preferisce la doppia penetrazione – dopo un minimo tentennamento). Certo che le manca qualsiasi consapevolezza politica (e dimenticate il video di Marra –  cose del genere sarebbero stronzate anche se non lo fossero) e anche parecchia sapienza tecnica (una qualsiasi diciottenne in un video amatoriale è in grado di far meglio) – ed è proprio nel suo sguardo vacuo e liquido che – drogata o meno che sia – sorgono i dubbi. Viene voglia quasi di abbracciarla (e scoparla  - certo – ma in un secondo momento). Il dubbio è quello di trovarsi di fronte all’ennesima starlette bruciata anzitempo – utilizzata come svuotacoglioni dalla gente che piace – che decide di riciclarsi per non venire del tutto dimenticata e annullata. Potrebbe essere un tentativo di sopravvivere dando alla gente quello che la gente vuole  - un caso per certi versi analogo ad attrici del passato come Lilli Carati o Karin Schubert (tralasciando il fatto che queste avevano un curriculum attoriale di tutto rispetto) piuttosto che la violenta rottura con un mondo inappagante (come Moana divenuta regina del porno perché condannata nelle retrovie nello spettacolo mainstream). Speriamo che Sara non faccia una brutta fine e che magari prenda piena coscienza  del suo (possibile) ruolo. Certo sarebbero anche necessari produttori e registi porno che la valo_ rizzassero a dovere – magari senza parrucche improponibili, con qualche location diversa da un salotto e con appena una minima idea di regia (forse dico un’assurdità..me ne rendo conto).

A pochi giorni dall’uscita del film ecco un’altra notizia attesa – ma della quale io avrei fatto volentieri a meno: Silvio B. si ricandida alle prossime  elezioni. È finita la commedia di Alfano (e d’altronde la scelta di un segretario improponibile rientra perfettamente nello schema) e – cosa questa che mi indispettisce alquanto  - Nicole Minetti viene invitata a dimettersi dal consiglio regionale lombardo. Dopo essere stata candidata in un listino sorretto da firme false come contropartita ad una serie di favori,l’igienista dentale (eccerto) dell’ ex premier viene invitata a farsi da parte – allo scopo – pare – di ricostruire la verginità dell’ex mentore al quale – probabilmente – non piace più la gnocca. O almeno questa è una delle cose che vorrebbe farci credere. Chiaro che Nicole farà bene a dimettersi sul serio: ho come il sospetto che l’entourage di Silvio disponga di sufficienti argomenti e – quando si rischia una condanna per sfruttamento della prostituzione – è meglio essere prudenti e non farsi dei nemici.  A meno che – come pare possibile – non trovino qualche tipo di accordo. Intanto Silvio – per non smentirsi – ricomincia a sparare cazzate sul piano internazionale. La recente intervista a “Bild” ce lo conferma (sappiatelo: dovreste tutti ringraziarlo perché ha salvato l’Italia dal comunismo –  a buon rendere ). Fa ancora ridere,ok – ormai però la patina del revival lo sovrasta.

                            Quando il nuovo nome del suo 
                            partito avrebbe dovuto essere 
                            "forza gnocca"

Una risata ci seppellirà. Mentre la distrazione di massa ci fa dimenticare che – bene che vada – la democrazia come la intendevamo,magari comprensiva di stato sociale, ha irrimediabilmente cambiato forma. Chiamala se vuoi “post-democrazia”. 

                                                                       SPERANZE
Se Silvio ci ha salvato dal comunismo il comunismo potrà salvarci da Silvio ? e magari senza rinunciare alla gnocca ?






                                         

sabato 14 luglio 2012

Sesso nero - Joe D'Amato/1980

La storiografia del cinema accredita questa pellicola come il primo film hard made in italy (per quanto girato integralmente a Santo domingo - location assai frequentata ai tempi dalla crew di Massaccesi e non solo) pensato e distribuito in quanto tale - senza cioè dover ricorrere a inserimenti di scene porno in film che per loro natura porno non sarebbero stati (ma un tantino spinti magari si - si veda,tanto per dar conto di un esempio ampliamente storicizzato - lo pseudo "snuff movie" di "Emanuelle in America" - ma esempi di interpolazioni hard si trovano anche in pellicole insospettabili e magari riservati alle platee straniere dove pare la domanda di sesso esplicito fosse persino più pressante che in Italia - complice - chissà - la lontananza dal Vaticano).
La visione di "Sesso nero" ,oggi - a più di 30 anni di distanza dall'uscita (per quanto le riprese risalissero al 1978) è sorprendente per più di un motivo. Innanzitutto l'impegno registico e degli attori - assolutamente non inferiore a quello profuso in altre pellicole a basso costo seppure non a luci rosse; poi lo spiegarsi della storia fondata su una sceneggiatura discretamente solida (scritta,tra gli altri dal solito Luigi Montefiori a.k.a. George Eastman,abituale collaboratore di D'amato anche in veste d'attore,anche se mai impegnato in performance hard). Infine - ma è la cosa più importante - l'atmosfera che si respira dall'inizio alla fine del film - un rapporto dialogico tra eros e thanathos,tra malattia,innocenza perduta ,fuga onirica e voodoo in cui le scene porno sanno inserirsi con rara maestria senza dare fastidio ma anche senza diventare assolute protagoniste. Un risultato per tanti versi miracoloso e ripetuto pochissime volte: un'ibridatura davvero più eccitante del sesso in quanto tale che lo stesso D'amato ripeterà alcune volte nello stesso periodo storico; da citare perlomeno le atmosfere acide e mortifere del coevo "Porno holocaust" e il porno horror per eccellenza - oggetto alieno  nel nostro cinema "Le notti erotiche dei morti viventi" (in cui c'è più horror che porno - ma è il fatto che scene hard comunque ci siano e siano previste in quanto tali a fare la differenza)
In "sesso nero" troviamo il ricco Mark (Mark Shannon a.k.a. Manlio Cersosimo,presenza assai frequente nel primo hard made in italy) a cui viene diagnosticata una malattia alla prostata che gli provoca dolori lancinanti e la cui cura lo renderà impotente. Prima di farsi operare decide di tornare a S.Domingo,unico posto al mondo dove - anni prima - era stato felice ed aveva conosciuto l'amore di una ragazza del luogo. La ragazza in questione era morta anche a seguito del rifiuto di Mark di proseguire la relazione,così che il padre di lei ne ha improgionato l'anima in una bottiglia allo scopo di scatenare la vendetta contro l'americano una volta che questi fosse tornato.
Tra gli interpreti troviamo Annj Goren (Anna Maria Napolitano) nella parte della ragazza che torna dalla morte (anche se le cose poi non sono proprio come sembrano...) e che appare un pò palliduccia per essere un'indigena (ma che importa) e Lucia Rodriguez,bellezza locale che appare in altri film di Massaccesi del periodo Dominicano,qui nel ruolo della moglie di un amico di Mark che quest'ultimo ricatta per scopi sessuali. Nel cast poi anche varia manovalanza locale tra prostitute (pare) e baldi giovini volenterosi. Le musiche sono di Nico Fidenco anche se probabilmente riciclate da qualche altro film della factory D'amato.

il MAGNANI dice: 8

                                                                         Lucia  Ramirez
                                                                         Annj  Goren
                                          
                                           stream of consciusness  - un pò prima del tragico finale