La
poliedricità degli interessi di Rob Zombie è cosa nota. In effetti sono molto
pochi gli artisti che hanno qualcosa da dire in campi magari affini ma comunque
tanto diversi tra loro quali – per esempio – musica e cinema.
La
carriera di Rob si distingue per un eclettismo estremo e tutt’altro che di
facciata ma anche per i forti riferimenti che stanno a costituire un possente trait d’union tra opere disparate e a
fornirci una cifra autoriale peculiare: ben decifrabile ma non per questo meno
affascinante, a patto – s’intende – di condividere almeno in parte i
riferimenti messi in campo. Chi proprio non ne vuol sapere di stare al gioco
forse non si divertirà per niente.
Oltre
ai dischi con i White Zombie (band
che già dal nome dichiara una fascinazione per l’horror vintage – visto che
White zombie è proprio il titolo di un film – tra i primi ad essere dedicati ai
morti viventi – del 1932 con Bela Lugosi,
assurto al ruolo di cult ed intitolato in Italia ‘L’isola degli zombie’) almeno due dei quali assolutamente
fondamentali[1];
oltre a quelli solisti – sempre divertenti ma non più così sorprendenti; oltre
ad una attività di regista che, tra alti e bassi, ha quasi sempre il suo perché
(non ho ancora visto “Le streghe di
Salem”, mea culpa se non posso pronunciarmi) l’irsuto e metallaro Rob
flirta a più riprese anche col mondo dei comic books dove ha probabilmente modo
di esibire alcune delle sue creazioni più dissacranti e volgari senza porsi
limiti particolari in termini di censura e di effetti speciali (perché è noto
che nei fumetti disegnare un mostro costa anche meno che disegnare una scena di
dialogo in un appartamento). L’ultimo campo in cui l’estro del nostro ha avuto
modo di cimentarsi risulta essere (almeno per il momento, chiaro) quello
dell’animazione, con questo interessante film – della durata grossomodo di
un’ora e un quarto – che, a quanto è dato d’intuire, riprende un personaggio e
un’ambientazione già sperimentati nei fumetti (l’unico titolo che conosco è “Spookshow” – ma non so, onestamente, se
il superbeasto era pubblicato li – scusate ma questi albi sono inediti in
Italia e gli originali non è facile procurarseli).
un comic book di Spookshow
Giocando
un attimo alle analogie potremmo citare anche altri musicisti dall’attitudine
poliedrica (ma non così tanto): fin troppo ovvio ricordare il nostro (nel senso
di italiano) Zampaglione sempre più romantico (per quanto sempre apprezzabile)
in musica e sempre più efferato al cinema (bravo – continua così, mi sentirei
di dirgli) ma anche Glenn Danzig titolare dell’etichetta Verotik specializzata
in comics a metà tra erotico ed horror.
Verotika - antologico edito da Glenn Danzig
Venendo
allo specifico: il film in questione ci narra le vicende del superbeasto, wrestler
di colore ed ispanico e di sua sorella Suzi-X che è invece bianca, bionda e
parecchio prosperosa. I protagonisti sono doppiati rispettivamente da Tom Papa (comico americano piuttosto
noto ma sconosciuto dalle nostre parti) e da Sheri Moon (consorte nonché musa di Rob) e le voci originali ce le
possiamo tranquillamente gustare visto che non esiste versione doppiata, forse
per scarsa fiducia nelle potenzialità commerciali di un film difficilmente
collocabile (cioè: è un cartone ma non certo per bambini: a chi minchia lo
facciamo vedere – devono essersi chiesti gli eventuali distributori italiani
della pellicola). La storia scorre in modo abbastanza semplice: El Superbeasto
(ispirato al mitico luchador messicano – anche protagonista di diversi film –
El Santo) dopo essersi sollazzato sul set di un film porno decide di uscire (e
per farsi bello si infila anche un gatto nelle mutande) e si reca in un locale
pieno di bella gente (non tutti propriamente esseri umani, però). Qui assiste
allo strip-tease di Velvet Von Black (doppiata da Rosario Dawson) ultra prosperosa e sboccatissima bonazza in grado
di usare le sue incredibili tettone come arti aggiuntivi con forti tendenze
alla violenza, con tanto di tatuaggio a forma di 666 su una chiappa. Il nostro
wrestler – da arrapato cronico quale è – non può fare a meno di volersela
ingroppare, ma dovrà fare i conti con i progetti del temibile dottor satana
(doppiato da Paul Giammatti) il
quale vuole congiungersi in matrimonio con la donna tatuata (sarebbe il
ventitreesimo matrimonio, in effetti) per acquisire un potere tale che gli
consentirà di dominare il mondo. Il luciferino villain – che in realtà nasconde
un passato da sfigatissimo nerd – manda il suo servitore – un gorilla con
tendenze intellettuali causate da una vite che gli comprime il cranio – a
rapire Velvet.
il dottor satana
Per
recuperarla El Superbeasto dovrà far ricorso all’aiuto di sua sorella,
solitamente impegnata a sgominare zombie nazisti (con tanto di cervello di
Hitler, conservato in un’ampolla), che accetterà - seppur a malincuore perché
intuisce che si tratta di una “questione di figa”, nonché di una gang di vecchi
amici messicani.
Come
andrà a finire non è facile prevederlo ma vi basti sapere che il dr. Satana non
riuscirà a realizzare i propri sogni di potere pur andandoci vicino, proprio a
causa della sua infatuazione adolescenziale per Suzi X.
The
haunted world of el superbeasto lascia un senso di ilarità contagiosa e
durevole – zozzo e politicamente scorretto, demenziale con intelligenza,
intelligente con demenza. Chi (pochi, temo) ha avuto modo di apprezzare la
serie animata “Ugly americans” si troverà a casa ma anche chi aveva sperato
(sulla base del trailer di “Werewolf of the SS” inserito nella versione lunga
del “Grindhouse” di Tarantino/Rodriguez) in una deriva da delirio citazionista
nel cinema di Rob Zombie avrà la sua soddisfazione. Unico neo, seppure relativo,
è lo stile grafico, piacevole nella scelta un tantino retrò (2D, ovviamente) ma
forse troppo adagiato su standard televisivi e senza grandi guizzi creativi –
magari sarebbe stato meglio togliere qualche dettaglio per adottare uno stile
più scabro, ma sono peccati veniali chiaramente, anche se, certo, maggiori
richiami al fumetto underground (ma anche ai comics EC e Warren) avrebbero reso
il tutto ancor più godibile.
In
tema di doppiaggio vanno anche ricordati i contributi di Danny Trejo e della mitica Tura
Satana.
il film (senza sottotitoli)
White Zombie - welcome to planet mother fucker
IL
MAGNANI dice: 7,5