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venerdì 16 maggio 2014

THE HAUNTED WORLD OF EL SUPERBEASTO – Rob Zombie – 2010




La poliedricità degli interessi di Rob Zombie è cosa nota. In effetti sono molto pochi gli artisti che hanno qualcosa da dire in campi magari affini ma comunque tanto diversi tra loro quali – per esempio – musica e cinema.
La carriera di Rob si distingue per un eclettismo estremo e tutt’altro che di facciata ma anche per i forti riferimenti che stanno a costituire un possente trait d’union tra opere disparate e a fornirci una cifra autoriale peculiare: ben decifrabile ma non per questo meno affascinante, a patto – s’intende – di condividere almeno in parte i riferimenti messi in campo. Chi proprio non ne vuol sapere di stare al gioco forse non si divertirà per niente. 



Oltre ai dischi con i White Zombie (band che già dal nome dichiara una fascinazione per l’horror vintage – visto che White zombie è proprio il titolo di un film – tra i primi ad essere dedicati ai morti viventi – del 1932 con Bela Lugosi, assurto al ruolo di cult ed intitolato in Italia ‘L’isola degli zombie’) almeno due dei quali assolutamente fondamentali[1]; oltre a quelli solisti – sempre divertenti ma non più così sorprendenti; oltre ad una attività di regista che, tra alti e bassi, ha quasi sempre il suo perché (non ho ancora visto “Le streghe di Salem”, mea culpa se non posso pronunciarmi) l’irsuto e metallaro Rob flirta a più riprese anche col mondo dei comic books dove ha probabilmente modo di esibire alcune delle sue creazioni più dissacranti e volgari senza porsi limiti particolari in termini di censura e di effetti speciali (perché è noto che nei fumetti disegnare un mostro costa anche meno che disegnare una scena di dialogo in un appartamento). L’ultimo campo in cui l’estro del nostro ha avuto modo di cimentarsi risulta essere (almeno per il momento, chiaro) quello dell’animazione, con questo interessante film – della durata grossomodo di un’ora e un quarto – che, a quanto è dato d’intuire, riprende un personaggio e un’ambientazione già sperimentati nei fumetti (l’unico titolo che conosco è “Spookshow” – ma non so, onestamente, se il superbeasto era pubblicato li – scusate ma questi albi sono inediti in Italia e gli originali non è facile procurarseli). 

                                                                 un comic book di Spookshow


Giocando un attimo alle analogie potremmo citare anche altri musicisti dall’attitudine poliedrica (ma non così tanto): fin troppo ovvio ricordare il nostro (nel senso di italiano) Zampaglione sempre più romantico (per quanto sempre apprezzabile) in musica e sempre più efferato al cinema (bravo – continua così, mi sentirei di dirgli) ma anche Glenn Danzig titolare dell’etichetta Verotik specializzata in comics a metà tra erotico ed horror.
                                               Verotika - antologico edito da Glenn Danzig

Venendo allo specifico: il film in questione ci narra le vicende del superbeasto, wrestler di colore ed ispanico e di sua sorella Suzi-X che è invece bianca, bionda e parecchio prosperosa. I protagonisti sono doppiati rispettivamente da Tom Papa (comico americano piuttosto noto ma sconosciuto dalle nostre parti) e da Sheri Moon (consorte nonché musa di Rob) e le voci originali ce le possiamo tranquillamente gustare visto che non esiste versione doppiata, forse per scarsa fiducia nelle potenzialità commerciali di un film difficilmente collocabile (cioè: è un cartone ma non certo per bambini: a chi minchia lo facciamo vedere – devono essersi chiesti gli eventuali distributori italiani della pellicola). La storia scorre in modo abbastanza semplice: El Superbeasto (ispirato al mitico luchador messicano – anche protagonista di diversi film – El Santo) dopo essersi sollazzato sul set di un film porno decide di uscire (e per farsi bello si infila anche un gatto nelle mutande) e si reca in un locale pieno di bella gente (non tutti propriamente esseri umani, però). Qui assiste allo strip-tease di Velvet Von Black (doppiata da Rosario Dawson) ultra prosperosa e sboccatissima bonazza in grado di usare le sue incredibili tettone come arti aggiuntivi con forti tendenze alla violenza, con tanto di tatuaggio a forma di 666 su una chiappa. Il nostro wrestler – da arrapato cronico quale è – non può fare a meno di volersela ingroppare, ma dovrà fare i conti con i progetti del temibile dottor satana (doppiato da Paul Giammatti) il quale vuole congiungersi in matrimonio con la donna tatuata (sarebbe il ventitreesimo matrimonio, in effetti) per acquisire un potere tale che gli consentirà di dominare il mondo. Il luciferino villain – che in realtà nasconde un passato da sfigatissimo nerd – manda il suo servitore – un gorilla con tendenze intellettuali causate da una vite che gli comprime il cranio – a rapire Velvet. 
                                                                      il dottor satana
Per recuperarla El Superbeasto dovrà far ricorso all’aiuto di sua sorella, solitamente impegnata a sgominare zombie nazisti (con tanto di cervello di Hitler, conservato in un’ampolla), che accetterà - seppur a malincuore perché intuisce che si tratta di una “questione di figa”, nonché di una gang di vecchi amici messicani.
Come andrà a finire non è facile prevederlo ma vi basti sapere che il dr. Satana non riuscirà a realizzare i propri sogni di potere pur andandoci vicino, proprio a causa della sua infatuazione adolescenziale per Suzi X. 

                                                                     Velvet Von Black
The haunted world of el superbeasto lascia un senso di ilarità contagiosa e durevole – zozzo e politicamente scorretto, demenziale con intelligenza, intelligente con demenza. Chi (pochi, temo) ha avuto modo di apprezzare la serie animata “Ugly americans” si troverà a casa ma anche chi aveva sperato (sulla base del trailer di “Werewolf of the SS” inserito nella versione lunga del “Grindhouse” di Tarantino/Rodriguez) in una deriva da delirio citazionista nel cinema di Rob Zombie avrà la sua soddisfazione. Unico neo, seppure relativo, è lo stile grafico, piacevole nella scelta un tantino retrò (2D, ovviamente) ma forse troppo adagiato su standard televisivi e senza grandi guizzi creativi – magari sarebbe stato meglio togliere qualche dettaglio per adottare uno stile più scabro, ma sono peccati veniali chiaramente, anche se, certo, maggiori richiami al fumetto underground (ma anche ai comics EC e Warren) avrebbero reso il tutto ancor più godibile. 

                                  El superbeasto impegnato in una delle sue attività preferite

In tema di doppiaggio vanno anche ricordati i contributi di Danny Trejo e della mitica Tura Satana.
                                                               il film (senza sottotitoli)
                                              White Zombie - welcome to planet mother fucker 

IL MAGNANI dice: 7,5




                                                         

[1] Mi riferisco a “La sexorcisto” e ad “Astro creep 2000”. Certo ci sarà chi ne preferisce altri.